Il poeta sdraiato

Il poeta sdraiato
Sapete che possiamo avere un momento di relax proprio come sa fare questo poeta chagalliano?

IL CORPO DELLE DONNE


domenica 26 settembre 2010

LINGUAGGIO TELEVISIVO: pornografia della società

Un paio di giorni fa mi è capitato di scherzare con un'amica su skype scambiandoci i link degli spot televisivi o musichette divertenti che avevano accompagnato la nostra infanzia. Con questa scusa mi sono rivista cose che avevo semi -dimenticato ma che ci facevano vedere spesso alla televisione, ed ho potuto notare come sia cambiato il linguaggio televisivo dagli anni ottanta ai giorni nostri. Può sembrare banale l'inizio di questo post, ma ci sono delle nette differenze che in questi 20 anni sono passati sotto i nostri occhi:
la mimica teatrale degli attori e la sceneggiatura dai colori caldi e immagini di famiglie ancora ereditate dai pubblicisti anni '50 che si ispiravano alla propaganda del regime sovietico e a Carl Larsson. Se c'erano, le allusioni al sesso o all'erotico erano sottili; non c'erano scene esplicite o nudi integrali che ora invece ci vengono spiaccicate ripetutamente per pubblicità di intimo ma anche di altre cose che non hanno direttamente a che fare con il corpo. Le persone non erano acqua e sapone, erano molto truccate ma non satinate.
E' come se avessimo incarnato quel mondo felice che la pubblicistica ci presentava per vendere i prodotti, l'illusione che comprando il prodotto favoloso avessimo raggiunto la felicità nostra e della nostra famiglia. Ora dobbiamo incarnare quella felicità ed ecco che dalle immagini pittoresche del vecchio mulino, della tavola imbandita per tutta la famiglia, si passa alla perfezione fisica che grazie a quel "progresso" abbiamo raggiunto singolarmente, e quindi perché non volgerlo in senso "futuristico"? Bellezze ideali fredde e senza mimica da sembrare l'ultimo gioiello della robotica che si mangiano lo yogurt nude, pubblicità di saponi intimi, tutte uguali, di abiti che appaiono più per la disinibitezza dell'indossatrice che per l'abito, la stessa cosa per gli orologi, gioielli, cibo.... motori e chissà quant'altro. L'attenzione si è spostata sul personaggio che usa il prodotto e non su quest'ultimo perché siamo in esubero di cose, è un' autentica gara di prodotti che rischiano di essere invenduti e quindi per questo bisogna attirare l'attenzione sull'estetica dell'utilizzatore. Ciò è un riflesso dei mercati internazionali, ma i programmi televisivi italiani sono goliardici e scurrili.
Ci sono stati dei passaggi che negli anni '80 e '90, hanno determinato questo cambio di linguaggio televisivo in senso nazionalistico. L'unico campo in cui gli italiani si sono sempre sentiti uniti è il calcio, un sentimento d'orgoglio di appartenere ad una comunità usato molto bene dal Cavaliere come Presidente del Milan e Presidente del Consiglio. Così nel '94 decise di creare una simbiosi tra politica e calcio fondando il suo partito - azzurro-.
L'improbabile apertura della società ai suoi ranghi più popolari ha prodotto un uso mediatico, e non solo, dei suoi stessi immaginari, della sua cultura. Ecco che ci ricoprono di immagini pornografiche dalla mattina alla notte, a casa, negli autobus, nelle riviste, per strada... o di umiliazioni televisive che devono subire donne la cui presenza è dovuta a quello scopo. La televisione è prodotto popolare, e populista, quindi usa gli stessi schemi marcandoli. Il calcio è sempre stato lo sport in grado di esprimere i campioni virili della comunità, uno sport popolare che ha unito tutti i ranghi della società sotto sentimenti comuni. Sentimento che può essere positivo con le dovute misure.
Una nazione forte non ha che da essere virile, maschia.
La virilità si esprime con il confronto con l'Altro disprezzandolo, umiliandolo e quello che vediamo noi tutti i giorni non è nient'altro che l'espressione esponenziata del meccanismo.
Vorrei citare un filosofo serbo, Radomir Kostantinović, che ha ben descritto questo specifico fenomeno in riferimanto ai balcani; solo inutile analogia?

"[...] è impossibile rigenerare la capacità erotica della tribù; per rinnovarla, è necessario riprodurre l'unità tra il mondo e l'Io, un'unità tribale della coscienza, [...]e ciò in direzione della tribù in quanto 'popolo'; questi, preso nel circolo della sua unità, si vede, con l'invidia dello spirito sinistro dell'individualismo attraverso il suo occhio, come l'incarnazione stessa del paradiso perduto. Ogni tentativo di ritoro a quel 'popolo', visto come un cerchio magico, si dà sempre, e dappertutto, sotto il segno della violenza, anche sul piano erotico[...]. Il conseguente ritorno allo spirito del popolo [...] si esprime necessariamente, da questo punto di vista, attraverso la comparsa della pornografia.. [...] Il Popolo, al quale si aspira come a un simbolo di unità, è garanzia di violenza così come di pornografia. L'avvenire del popolo è nel suo diventare, ineluttabilmente, un Popolo pornografo. [...] Se la coscienza individuale e la coscienza individualistica che ne deriva, non ha superato il cammino che va dalla banalità assessuata (attraverso una difesa dell'erotico universalizzante) e questa pornografia, è proprio perché non ha tentato di rinnovare il Popolo[...]."
("Filozofjǐa palanke" cit. pp. 332 - 333 ).

Lo scopo della "pornografizzazione" della società è quello di renderla senz' armi, di riuscire a bloccare i suoi sviluppi di merito in modo da creare un'ulteriore separazione tra i promotori e il 'popolo' stesso. Ed è la stessa motivazione per cui si assumono, si regalano Ministeri a chi si era sempre occupato di lavori di tutt'altro genere, appunto, d'immagine, o a chi si rende disponibile in altri sensi; quindi essi non possono essere di competenza a ricoprire cariche di tale portata: tanto meglio, perché così non avranno la capacità di controbattere i loro 'benefattori' e saranno persuasi dai loro insegnamenti - ordini.
Anche così si può costruire una ditta....


......tura


Chagatt




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