Il poeta sdraiato

Il poeta sdraiato
Sapete che possiamo avere un momento di relax proprio come sa fare questo poeta chagalliano?

IL CORPO DELLE DONNE


venerdì 20 novembre 2009

RAZZISMO IN PROVA

Sto diventando sempre più "cittadina" con l'amarezza di saperne il perché. Mi rendo sempre più conto che non ho proprio niente da condividere con il luogo in cui sono nata.
Nel nostro posto c'è un gravissimo problema di discriminazioni di ogni tipo e quella di "razza" è la prima e più palese. E' un pretesto per discriminare.
Allora, io ieri sono andata ad informarmi all'expert di Oderzo di come sono i nuovi netbook, perché mi trovo sempre a dover scrivere in giro. Così ho chiesto alla commessa giovane tutte le informazioni che mi servivano, costo, miglior marca, modalità di pagamento e mi sono sentita domandare con la coda dell' occhio dubbiosa: - Sei italiana?-. Alla coppia precedente non aveva chiesto questo particolare perché la loro "venetabilità" (sarebbe da coniare un nuovo termine) era palese. Poi questa carciofa di commessa alle prese con una famiglia straniera, che pure le aveva chiesto gentilmente informazioni sul prodotto, tramite apparecchio telefonico ha avvisato la cassa che degli stranieri si stavano avvicinando per pagare.
- Sei italiana?- Dunque... anch'io ho fatto la commessa e non si dà del tu al cliente anche se giovane!! Che io abbia un modo di fare diverso dagli opitergini e limitrofi forse è anche vero, come è vero che ho dei lineamenti discutibili... - Sono africana.- Ma non sa che molti degli africani della Repubblica Sudafricana sono bianchi?- Oppure: - No, sono una prostituta dell'est.-
Queste sarebbero state le mie risposte provocatorie. Comunque le ho fatto la faccia imbronciata non sicura di quello che era successo e le ho chiesto cosa c'entra la nazionalità rispondendole di sì, che sono italiana. Cavolo mi sono pentita perché sono proprio tonta, avrei dovuto veramente provocarla ma non ho ancora la parola pronta, è uno degli obiettivi che devo ancora soddisfare.
Ho passato tutta la serata nervosa senza capirne il motivo, poi ho pensato al clima delle grandi distribuzioni che mi mettono sempre in ansia e mi sono resa conto di che cosa era successo in quel centro commerciale. In quel momento pensavo a quel prodotto che mi attirava, quindi inconsciamente non mi resi conto del meccanismo razzista della scena. Solo dopo cena, quando non riuscivo a riempirmi lo stomaco sufficientemente, cioè avevo sempre fame che in genere è il mio sintomo di nervosismo, ho capito di essere stata testimone e in lieve parte di più di due episodi di origine razzista.
Allora, quel paese è uno dei paesi delle ronde leghiste organizzate da un uomo che, un giorno, si trovò i genitori imprenditori ammazzati nella loro villa lì vicino. I colpevoli erano due stranieri che volevano rubare. Ma è anche il paese in cui due ragazzi trevigianissimi ammazzarono la madre. Per odio. Poi gettarono il suo corpo qualche chilometro lontano, lungo il fiume Piave e, tornati a casa, nella loro villa, dipinsero le pareti bianche di rosso per coprire le tracce del sangue schizzato. Quando diventarono dei sospettati la vernice non era ancora asciutta.
Secondo voi qual'è l'episodio che più ha colpito quei paesini? Qualche settimana fa hanno tentato di rubare nella villa che i miei zii hanno costruito per il loro figlio. (Questo figlio comunque spende i suoi sudori nell'azienda eh?)
A casa mia come nel mio quartiere, non è mai venuto nessuno a rubare. E non sono delle ville.
E' sempre esistito che i poveri derubino i ricchi, quindi coloro che amano paventare ricchezze devono sapere che è un rischio che corrono con tutte le conseguenze che un furto possa comportare, come l'assassinio; è inevitabile in ogni cultura. E' sbagliato rubare, ma è logico che avvenga in queste condizioni.

Chagatt

mercoledì 18 novembre 2009

IL CORPO - scritto marziano... (mar..iano?)

Il corpo, agente ricettivo e comunicante in uno spazio materiale ed immateriale, l'invisibile. Il benessere estetico e fisico non è dato solo dalla consapevolezza e dall'utilizzo dello spazio materiale; la differenza sta nel riconoscere o non riconoscere l'esistenza dell'immaterialità da cui dipende il benessere fisico , psicologico e mentale.
Senza l'immaterialità avrò solo la risultante materiale della materia. Un oggetto pura materia serve per un determinato risultato materiale. Esempi: una crema mi rende la pelle morbida, un oggetto di lusso mi toglie lo sfizio, una tecnologia mi può far risparmiare tempo e fatiche. Cose materiali.
L'immateriale da un risultato apparentemente invisibile che traspare sotto altra forma, ma non se ne conosce l'origine perché si trasfigura impossessandosi del corpo (capsula) e della mente. Ha un fascino misterioso perché non sai da dove arriva ma percepisci che c'è stata un'origine.
Ma cosa significa riconoscenza delle cose che esistono ma non ci sono? Significa non solo una conoscenza dell'esistenza dell' immateria che è solo il primo passo individuale, ma riuscire a tradurlo trasfigurandolo nel corpo e nello spazio esterno, in modo che sia riconosciuto perché diventa visibile in qualche forma diversa dal materiale.
L'essere riconosciuti può essere, come non può essere, lo scopo finale della ricerca dell'oltre materia. Se era l'obiettivo che ha dato vita alla ricerca, quest'ultima può essere inquinata e non puro percorso imprevedibilmente libero , ma è finalizzata al farsi notare. Se invece in origine al bisogno di ricerca c'era quel trovare una sintesi completa tra il materiale, l'immateriale, il proprio corpo e lo spazio il riconoscimento verrà da come risposta logica e indifferentemente attesa o inattesa.
Il proprio ambiente sociale è dato dal riuscire a far vedere la trasfigurazione soggettiva.

Chagatt

lunedì 16 novembre 2009

IL CORPO DELLE DONNE

E' un pò che non scrivo, ma sono stata molto impegnata fuori... ed intanto sono nate delle nuove cose. E delle nuove introspezioni tutte da provare.
Una cosa la devo scrivere, una cosa che non ho ancora esplicitato ma che è prodotto di diciamo... venerdì scorso? Ho avuto il convegno a Venezia sul video il corpo delle donne del nostro gruppo "donne, politiche e istituzioni". E mi è emersa una cosa che avevo trovato anche a Trieste in una conferenza analoga. Spero che molti abbiano visto il video della Zanardo "il corpo delle donne " che settimane fa ho messo qui in presentazione.
Zanardo, che devo dire è una donna proprio in gamba, con quel documentario fatto in collaborazione con 2 uomini, sia chiaro, mette in evidenza delle consuetudini, mentalità che ci sembrano del mondo dello spettacolo e per questo appaiono talmente lontane dalla nostra quotidianità che pensiamo non sia affar nostro. Pensiamo che sia il mondo dello spettacolo ad essere così, mentre mostra solo in estremo un tipo di mentalità già esistente in precedenza. Un modo di pensare che è entrato anche nella sfera dello spettacolo televisivo, il quale è completamente sdoganato.
Cioè quando vediamo una show girl che si lascia trattare così non ci tocca perchè non ci identifichiamo minimamente in lei.
Ma è proprio questa separazione di mondi che noi mettiamo a riproporre sempre la stessa circolarità, perché ci autoescludiamo da quel tipo di stereotipo femminile a cui non sentiamo di appartenere e da quel tipo di meccanismo in cui invece siamo coinvolti in maniera sotterranea. Una donna licenzita perchè in cinta, o perchè 50enne rimpiazzata con una giovane che costa meno ed è più carina, le sbarbine dei professori universitari che si tolgono il vezzo di qualche vizzietto sessuale, sono esempi di micromondi dove questo è consuetudine da sempre (Tanto han sempre fatto così, perché dovrebbero cambiare, non è uccidere.). Con l'autoesclusione lo facciamo funzionare dandogli il consenso, è una sorta di servitù volontaria. Dobbiamo opporci a quel tipo di trattamenti. Perché ci facciamo trattare male? Pensiamo veramente di non valere di più? Ribalto la domanda, chi siamo? che cosa vogliamo?
Sempre lì andiamo a finire, è un discorso che verte sull'identità, non in quanto donne, cittadine o immigrati... ma come identità soggettiva, individuale. E' l'unico modo logico per rispondere a questa società pluralista in cui gli individui sono indeterminati. Determinare chi noi siamo significa dove dover stare e cosa dover fare. La conquista degli spazi è l'andare oltre. Significa costruzione della propria Persona e diventare Persona.
Patocka (scusate gli accenti) ricorda che non è da tutti farlo, è un'impresa ardua, ma io dico che l'uomo potrebbe avere queste capacità, quindi perché non provarci? E' forse vero che usiamo solo i 3/4 del nostro cervello? L'altro quarto cosa riuscirebbe a fare?

Chagatt