Il poeta sdraiato

Il poeta sdraiato
Sapete che possiamo avere un momento di relax proprio come sa fare questo poeta chagalliano?

IL CORPO DELLE DONNE


lunedì 16 novembre 2009

IL CORPO DELLE DONNE

E' un pò che non scrivo, ma sono stata molto impegnata fuori... ed intanto sono nate delle nuove cose. E delle nuove introspezioni tutte da provare.
Una cosa la devo scrivere, una cosa che non ho ancora esplicitato ma che è prodotto di diciamo... venerdì scorso? Ho avuto il convegno a Venezia sul video il corpo delle donne del nostro gruppo "donne, politiche e istituzioni". E mi è emersa una cosa che avevo trovato anche a Trieste in una conferenza analoga. Spero che molti abbiano visto il video della Zanardo "il corpo delle donne " che settimane fa ho messo qui in presentazione.
Zanardo, che devo dire è una donna proprio in gamba, con quel documentario fatto in collaborazione con 2 uomini, sia chiaro, mette in evidenza delle consuetudini, mentalità che ci sembrano del mondo dello spettacolo e per questo appaiono talmente lontane dalla nostra quotidianità che pensiamo non sia affar nostro. Pensiamo che sia il mondo dello spettacolo ad essere così, mentre mostra solo in estremo un tipo di mentalità già esistente in precedenza. Un modo di pensare che è entrato anche nella sfera dello spettacolo televisivo, il quale è completamente sdoganato.
Cioè quando vediamo una show girl che si lascia trattare così non ci tocca perchè non ci identifichiamo minimamente in lei.
Ma è proprio questa separazione di mondi che noi mettiamo a riproporre sempre la stessa circolarità, perché ci autoescludiamo da quel tipo di stereotipo femminile a cui non sentiamo di appartenere e da quel tipo di meccanismo in cui invece siamo coinvolti in maniera sotterranea. Una donna licenzita perchè in cinta, o perchè 50enne rimpiazzata con una giovane che costa meno ed è più carina, le sbarbine dei professori universitari che si tolgono il vezzo di qualche vizzietto sessuale, sono esempi di micromondi dove questo è consuetudine da sempre (Tanto han sempre fatto così, perché dovrebbero cambiare, non è uccidere.). Con l'autoesclusione lo facciamo funzionare dandogli il consenso, è una sorta di servitù volontaria. Dobbiamo opporci a quel tipo di trattamenti. Perché ci facciamo trattare male? Pensiamo veramente di non valere di più? Ribalto la domanda, chi siamo? che cosa vogliamo?
Sempre lì andiamo a finire, è un discorso che verte sull'identità, non in quanto donne, cittadine o immigrati... ma come identità soggettiva, individuale. E' l'unico modo logico per rispondere a questa società pluralista in cui gli individui sono indeterminati. Determinare chi noi siamo significa dove dover stare e cosa dover fare. La conquista degli spazi è l'andare oltre. Significa costruzione della propria Persona e diventare Persona.
Patocka (scusate gli accenti) ricorda che non è da tutti farlo, è un'impresa ardua, ma io dico che l'uomo potrebbe avere queste capacità, quindi perché non provarci? E' forse vero che usiamo solo i 3/4 del nostro cervello? L'altro quarto cosa riuscirebbe a fare?

Chagatt

Nessun commento: