Il poeta sdraiato

Il poeta sdraiato
Sapete che possiamo avere un momento di relax proprio come sa fare questo poeta chagalliano?

IL CORPO DELLE DONNE


mercoledì 15 ottobre 2008

ITALICS arte italiana fra tradizione e rivoluzione 1968-2008

Quando mi ritaglio del tempo per visitare delle mostre, mi aspetto o spero di trovarmi al momento dell'uscita con la sensazione di soddisfazione e tanti input da rielaborare e rimurginare sensorialmente e a livello di pensiero.
Questa mostra, l'attuale del P.zzo Grassi di Venezia, ha centrato perfettamente i propri obiettivi, non i miei. Mostra riuscita direi se l'effetto che mi ha fatto era il suo obiettivo.
La mostra è nata con lo scopo di rappresentare i soggetti dell'arte del periodo 1968 - 2008 e farne notare gli sviluppi. Nelle prime sale traspare una sensibilità anche a volte provocatoria, produzioni di autoritratti ma con qualche nota di riflessione profonda, le lapidi di Salvo autoelogianti, le bandiere del mondo fatte con la terra e la polvere dai colori diversi; si passa poi al tema della rivolta sociale femminista della Manzelli con questa testa di donna nuda bloccata dentro una casa che sbatte contro le pareti, i drammatici schizzi di corpi anoressici. Il Guttuso con "Funerali di Togliatti" tinto di rosso, altri censurati dalla Biennale, poi i video, l'arte povera per poi andare all'utilizzo degli spazi, come "spazio elastico", le foto d'inchiesta sulle lotte sociali e delitti dell'Italia anni '70... Ma ci sono pure le devianze erotiche di un feticista e altre produzioni del soggettivo. Insomma è chiaro lo sradicamento dalle ideologie e la produzione di soggettività per il soggetto stesso che impernia anche nelle nostre singole vite di comuni spazzini, operai, insegnanti, manager, casalinghe/(i?).
Mario Merz -o anche i cadaveri di Cattelan a seconda di dove si preferisca collocarli se all'entrata o alla fine dell'escursus visivo sensoriale- conclude la mostra con le sue parole al neon "la forma scompare alla radice". A me non piace questo rude e bruto -apparentemente bruto- artista torinese d'adozione (che è morto) ma a questa frase ci si potrebbe pensare...
La mostra ha voluto dare visibilità agli artisti italiani che in qualche modo sono finiti nel dimenticatoio o non sono stati considerati egemoni dell'arte contemporanea italiana. Forse per codardia o perché non si ha voglia di ritirare fuori certi momenti della memoria controversa preferendo rivolgere lo sguardo a qualche altro paese. E' triste pensare però che questa mostra è una collezione di François Pinault (proprietario delle grandi griffe di moda) e non di un museo, e c'è un perfetta connessione con il ragionamento appena impostato.
Possiamo capire perché ne sono uscita fredda come quando sono entrata.
Mostra importante.

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