Non è mia intenzione scrivere opinioni su questioni che non sono di mia competenza, ma quando tutto ciò si infiltra perentoriamente nelle nostre giornate mi scoccia e vuol dire qualcosa. Si sono persi giorni per commemorare le vittime della guerra in Afghanistan, lo hanno fatto i politici, la carta stampata e le presentatrici di programmi televisivi che sorridenti commemorano "le vittime", perché invece non usiamo quel tempo per valutare e chiederci che cos'è l'Afghanistan ora e chi sono le vittime, coloro che partono già con il pensiero che forse non ritorneranno più o gli afghani tra i fuochi dell'uno e dell'altro? Ma gli altri chi sono, un povero popolo di deficienti al quale noi occidentali porgiamo il nostro aiuto? Siamo sicuri che convenga questo tipo di programma?
Mi sembra un colonialismo giustificato demagogicamente da un pietismo eroico, quel tipo di pietà negativa verso la popolazione afghana trasformata mediaticamente in eroismo filantropo. I soldati prigionieri di questa demagogizzazione della questione partono pensando di far del bene, mentre i governanti sanno o non volgiono sapere qual'è la situazione. I più grandi esperti dicono che i talebani terroristi non sono neanche in quella zona dell'Afghanistan ma ritengono che siano addirittura nel vicino Pakistan. Fatto sta che è nostro compito avvalerci delle testimonianze di chi conosce approfonditamente il problema diffidando delle barbarie mediatiche e filogovernative che ci propinano.
Nei social networks d'oltreoceano sta circolando questo filmato:
http://rethinkafghanistan.com/
Scena dalla finestra
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La pioggia cade e tutto rinfresca. Lievi le gocce scivolano dalle foglie
per cadere nel prato e tutto beve, rinverdisce e cresce rigoglioso. Dolce è
il lor...
9 mesi fa
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